venerdì 21 settembre 2012

I tessuti acrilici e in poliestere inquinano gli oceani




Secondo i risultati di uno studio realizzato da un gruppo di scienziati irlandesi, britannici e australiani, pubblicato sul Journal of Enviromental  Science & Technology, fare la lavatrice, un gesto di ordinaria vita domestica, causa l’inquinamento degli oceani e compromette la nostra salute.
I ricercatori, esaminando le spiagge di diverse aree costiere a livello internazionale, hanno rilevato un accumulo di microscopiche molecole di plastica inferiori al millimetro, concentrate in maggior parte nelle zone più densamente popolate.
Analizzando la composizione chimica di queste microparticelle si è scoperto che la causa di questo tipo di inquinamento è il lavaggio in lavatrice di capi d’abbigliamento usati abitualmente dalla popolazione.
Le nostre acque vengono, dunque, inquinate da fibre di tessuti acrilici e in poliestere provenienti dal lavaggio degli indumenti sintetici che, essendo microscopici, riescono ad attraversare i filtri degli impianti di depurazione giungendo direttamente nei nostri mari e negli oceani.
La ricerca dimostra che un singolo indumento lavato in lavatrice può generare e liberare circa 1900 microfibre, composte da poliesteri e materiale acrilico che si dividono in altre microparticelle.
L’inquinamento, però, non riguarda esclusivamente i mari e gli oceani, ma interessa anche gli abitanti di queste zone che, con molta probabilità, integreranno le particelle di plastica nella loro alimentazione. Tale processo si ripercuoterà sull’intera catena alimentare, minacciando in questo modo la salute della popolazione.

Come si potrebbe contrastare tale fenomeno?
Gli scienziati sostengono che si potrebbe limitare questo inquinamento provvedendo all’inserimento di sistemi di filtraggio, in grado di impedire il passaggio di queste particelle nelle acque di scarico, e adattando i filtri dell’impianto di depurazione delle acque reflue con impianti adeguati allo smaltimento delle particelle in sospensione.

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